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Brava Lella

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Lella · 20 Febbraio 2015





G. stasera è a casa in compagnia di una bella birra artigianale e di uno di quei film che piacciono a lui, dove il sangue scorre a fiumi. Ogni tanto gli piace stare solo in casa, dice che si disintossica.
Io e Lella, invece, stasera ci facciamo un regalo, solo per noi, una cena speciale. Volevamo qualcosa di diverso, di nuovo e adesso siamo qui in questo locale dove fanno cucina e musica dal vivo brasiliana. Lella è molto di buon umore.








Vuole festeggiare perché la Gustalavita le ha spaziato gli incontri. La dottoressa dice che il suo è uno dei casi che le ha dato più soddisfazioni. In quasi otto mesi di trattamento ha perso circa nove chili, ma soprattutto ha cambiato il suo modo di pensare al cibo. In realtà ha ribaltato completamente la sua vita, affronta i problemi quotidiani in maniera più positiva e si ama di più. In poche parole vive meglio. E questo l’ha fatta diventare anche più bella.
A tratti assaporiamo in silenzio questi piatti esotici e la musica dolce e un po’ triste di Caetano Veloso esalta i sapori di questa terra lontana. Intorno a noi, agli altri tavoli, ci sono quasi tutte coppie fatta eccezione per un tavolo lungo con parecchie persone. Il nostro è l’unico con due donne.






Caetano Veloso



Guardo la mia amica, mi chiedo dentro di me se sia così facile tagliare il filo che la lega a questa Gustalavita. Un incontro settimanale per otto mesi, alla fine, è un sacco di tempo. Quando glielo domando mi risponde che no, non è facile per niente. I primi giorni era un po’ in ansia.
Ho deciso – mi dice – però, di continuare a fare il diario alimentare. Mi fa sentire più sicura ed è un modo non troppo coercitivo di controllarmi.
Lella, consigliata dalla dottoressa, ha conservato i vecchi quaderni con il diario alimentare dei primi mesi. Secondo la Gustalavita riguardarli ogni tanto e vedere i miglioramenti fatti, fa bene al morale. In effetti, mi racconta che qualche giorno fa era pensierosa e temeva di non cavarsela da sola. Allora si è seduta sul divano a sfogliarli con calma. Ha visto le prime settimane con i punteggi di fame e sazietà tutti sballati, le abbuffate numerose collegate a sentimenti di inadeguatezza o di rabbia. Poi andando avanti coi mesi si è resa conto che man mano i punteggi diventavano più sensati, meno condizionati dal suo stato d’animo e le abbuffate diminuivano progressivamente.







Alla fine constatare tutto questo l’ha fatta sentire molto meglio e piena di fiducia in se stessa.
Ha chiuso i quaderni e si è detta –
Ce la farò! Sono molto più forte di una volta! -
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Anche questo è un miglioramento. –  ho osservato io, mentre pulisco il mio piatto col pane – E’ un pensiero molto positivo, questo qui. Sentirsi in grado di superare le difficoltà e lottare per gli obiettivi che ci siamo posti è il primo passo per raggiungerli! -
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Certo, è proprio vero. Prima mi sembrava, per un motivo o per l’altro, che a me fosse tutto proibito. Mentre ero io, che senza rendermene conto, mi chiudevo le porte da sola. Anzi non tentavo neanche di aprirle per la paura di non farcela.
Arriva il cameriere, un giovane moro con un bellissimo sorriso, e ci porta la lista dei dolci. Io scelgo un dolce al lime e cocco e Lella un dolce di cocco e ananas. Alla fine ci offrono, per finire, un bel bicchierino di caxasa, una specie di grappa di canna da zucchero. Prima di uscire ci facciamo un bel selfie che io metto immediatamente su facebook.
Degna conclusione di una serata indimenticabile!

















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