Budapest!
La cena con Lella e Pietro, l’altra sera, è andata abbastanza bene. Mi sono anche divertita, non posso dire di no. Però proprio mentre ero lì con loro ho sentito un gran bisogno di evadere dalla solita routine, dalle solite storie, da questa vita così pesante ultimamente.
Voglio andare via anche solo per pochi giorni. Anche solo un weekend. Senza nessuno solamente con la mia Nikon.
A lui non dico niente. Aspetto di essere sicura, di avere un biglietto e una destinazione per metterlo al corrente. Un po’ come fa lui che mi presenta il fatto compiuto. E’ una ripicca? Non so, può essere, ma me ne importa poco, proprio poco.
Oggi durante la pausa pranzo sono rimasta in ufficio e ho mangiato un panino. Ho approfittato per guardare un po’ di viaggi low cost. Ho trovato due giorni a Budapest da venerdì sera a domenica sera, il prossimo fine settimana. Ci ho pensato un po’ però prima di ricominciare a lavorare avevo già prenotato e anche già pagato. Mi ha fatto venir voglia di andarci quel film bellissimo Gran Budapest Hotel.
A lui lo dico stasera.
E quando esco di qui vado anche a comprarmi qualcosa di nuovo da portarmi via. Ecco! Voglio spendere! Spendere e spandere, porca puttana. Lavoro sempre avrò diritto di sputtanarmi un po’ i soldi che guadagno col sudore della mia fronte o no?
A casa, quando entro, viene a salutarmi con tanto di grembiule da cucina addosso. Sta facendo uno strano risotto che diffonde un profumo invitante! Mi sembra di sentirle tutte le mie colleghe - Ma cosa vuoi, cosa pretendi… ti fa anche da mangiare. Il mio non sa farsi neanche un caffè!- Peggio per voi se avete dei mariti che sono degli inetti! Potevate guardarci meglio quella volta. E poi, forse, vi va anche bene, a conti fatti, di avere degli uomini dipendenti in tutto e per tutto da voi. E’ più controllabile questo tipo di maschio che sostituisce la mamma con la moglie!
Lella no, non mi fa questi discorsi. E’ diversa. Lo è sempre stata. Per quello andiamo d’accordo noi due, siamo fuori dall’ordinario. Entrambe.
Ma di preciso non so cosa voglio, so che comunque come vanno le robe, come sono andate fino adesso non mi vanno più bene. E non si torna indietro, non tornerà mai più come prima.
G. mi saluta affettuoso poi nota le sporte - Hai fatto spese? Brava, hai fatto bene! Io, invece, ti ho fatto una sorpresa! E' quasi pronto, sentirai!-
Ecco proprio questo mi urta di lui! Questo suo voler evitare gli scontri a tutti i costi. Il non saper o voler litigare, non prendere una posizione. Non puoi sempre dar ragione a tutti. Va bene valutare tutte le sfaccettature di una situazione ma poi bisogna scegliere da che parte stare. Lui, poveraccio, non ha idea di cosa mi stia passando per la testa e con un sorriso prosegue - Riposati. Ti chiamo io quando è pronto. –
GRRRRRRRRR!!!!!!!!!!!!!!
Quello che mi fa imbestialire di lui è che è un tipo sveglio, anche forte in certe situazioni e quando ho avuto bisogno di lui c’è sempre stato. Allora perché si comporta così? Quand’è il momento perché non riesce a sistemarli quegli appiccicosi dei suoi amici con una frasetta di questo genere ad esempio - Scusate domenica sono già impegnato con mia moglie. Avete qualcosa da ridire? Andiamo in un bel posto, un bell’albergo, da signori e tromberemo tutto il fine settimana!-
Non si rende conto che con questo suo comportamento mi mette in fondo alla sua scala di priorità. Prima il lavoro, poi gli amici, poi gli hobby poi laggiù in un angolino piccola piccola ci sono io. No! Basta sono stufa! Io voglio essere la prima della lista! Come lui lo è per me!
In camera da letto, mentre rimugino alla grande e dentro mi monta anche una rabbietta vischiosa, tiro fuori il trolley inizio a metterci il pigiama, le pantofole, un cambio di vestiti, un libro e un paio di scarpe. In quel momento, lui, entra allegro col cucchiaio in mano. Guarda la valigia aperta per terra, il sorriso svanisce e compare la nuvoletta del suo pensiero - Dove ho sbagliato?-
- Ma cosa fai?- domanda mogio- E’ quasi pronto…
- Ti spiego a tavola. Tra poco arrivo.- rispondo tranquilla. In effetti non me ne frega un accidente se ci è rimasto male, se sta facendo il risotto, se sta pulendomi le scarpe, se... se... se...
Detto tra noi.
Arrivo e lui ha già fatto i piatti, si è tolto il grembiule e ha messo anche due candeline sulla tavola. Mi siedo in silenzio. Dopo qualche minuto mi chiede se mi piace.
- Squisito, veramente squisito.- rispondo senza un briciolo di entusiasmo.
Lui si alza e mette in tavola un pinzimonio con un condimento originale. Inizio a smangiucchiare le verdure lentamente senza guardarlo in faccia.
- Dove vai? Non tornerai mica in albergo?- fa lui a voce bassa.
- No vado a Budapest per il fine settimana. Ho bisogno di evadere! –
- Dimmi la verità…hai un altro? Dimmelo se hai un altro. Voglio saperlo, devi dirmelo! Hai capito? Devi dirmelo!- Lo guardo abbastanza stupita, piacevolmente stupita, perché non l'ho mai sentito così reattivo, quasi urlante con i lineamenti stravolti dalla collera. Incazzato in poche parole! Forse qualche ingranaggio si sta muovendo nonostante la ruggine!
- Ma dai i numeri? No, non ho nessun altro. Te l’avrei detto se ce l'avessi. Per chi mi prendi? Però certe volte non ti sopporto più e non reggo più certi tuoi modi di fare. Comunque vado a Budapest. Ho trovato un’offerta conveniente, parto venerdì sera e torno domenica sera. Da sola, se vuoi proprio saperlo! Con la mia macchina fotografica e basta.-
- E se venissi anch’io? Ti dispiacerebbe?-
- Non so, devo pensarci… te lo dico tra un po’.- mi alzo, sparecchio, carico la lavastoviglie poi torno in camera a finire i bagagli. Dal salotto mi arrivano le voci del telegiornale.
- Ci ho pensato...- faccio poco dopo, sedendomi sul divano- non eri previsto, ma se vuoi venire, vieni.-
E’ vero non mi disturba, però neanche mi entusiasma l’idea. Ma dai… facciamo questo esperimento.
Speriamo che il Danubio ci comunichi la sua calma.