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Festeggiando L'anno nuovo

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Gruppo cas · 5 Gennaio 2017







Siamo qui sedute in pizzeria tutte belle e truccate a festeggiare il nuovo anno. E’ esaltante iniziarlo con le donne del Gruppo CAS (Cibo, Autostima, Serenità). Allegre, sorridenti, vivaci sembriamo delle semplici amiche in una serata di svago. Ma per alcune di noi questo incontro ha una valenza altamente terapeutica.
Mi riferisco a Rosita e Celeste.
La prima ha nel piatto ancora un pezzettino di pizza. La seconda invece ha il piatto vuoto.
Susanna guarda prima me e poi le altre partecipanti e dice –
Siamo qui riunite a festeggiare il nostro gruppo e  io propongo di farlo fino in fondo e prendere anche un dolcetto. Ognuna chiaramente è libera di fare quello che si sente. – dice le ultime parole guardando Rosita e Celeste. Tutte d’accordo ordiniamo due fette di crostata alla frutta e tre di strudel. Dopo un po’ l’ultima arrivata guarda Rosita e dice – Mi è venuta voglia di assaggiare lo strudel… Cosa dici Rosita, vado?- guarda le amiche in cerca di approvazione.
-
Stavo pensando la stessa cosa – risponde l’interpellata - quella crostata è veramente invitante… E poi come ha detto Annamaria non succederà niente che non sia già successo!
Chiediamo altri cucchiaini e anche se cerchiamo di non caricare le nostre coraggiose di occhiate troppo insistenti per non metterle a disagio sappiamo tutte che questo è qualcosa di importante.
Un grande successo per il gruppo Cibo Autostima Serenità!

E’ stata proprio dura convincerle a partecipare alla cena perché queste birichine all’inizio non volevano venire. Ma i nostri sforzi e i nostri incoraggiamenti hanno avuto la meglio sui loro dubbi. Durante l’ultimo incontro per prima ha parlato Milena e con tono accorato ha detto –
Ma perché tutte queste paure? Non avete fiducia nel potere del nostro gruppo? Se non venite voi la pizzata di inizio anno non si fa! Non ha senso che alcune partecipino ed altre no. – Rosita e Celeste, che sono sedute vicine, si guardano l’un l’altra perplesse.
Guenda rincara la dose -
Giusto. Hai ragione Milena! Rosita, Celeste sentiremmo a morte la vostra mancanza…non potete farci questo!- Guenda parla con la carica che la contraddistingue. Conclude dicendo – Adesso per favore facciamo un bell’applauso d’incoraggiamento a Rosita e Celeste! Forza amiche…- Tutte ci spelliamo le mani a forza di applaudire. Le due interessate ci guardano stupite.
Torna il silenzio.
Loro, al centro dell’attenzione, si guardano mute la punta delle scarpe.






Poi la prima a parlare è Rosita –
Ho paura di non farcela. Ho paura che mi piaccia troppo e che poi a casa chissà cosa succede. Apro il frigo e si salvi chi può… Ho paura. Si lo so è ridicolo… come si può avere paura di una pizza? Ma è così! Sono anni che non mangio una pizza. E se dopo non riesco più a farne a meno? Non riesco più a fermarmi e mi ingozzo da morire? Ho paura di annullare tutti i passi avanti che ho fatto in questi mesi, di recuperare quel po’ di peso che ho perso. Ho paura, ho paura, una paura terribile!- Guarda Celeste in cerca di comprensione.
-
Anch’io ho paura. Non ricordo quando ho mangiato la pizza l’ultima volta. Non si potrebbe invece che andare in pizzeria incontrarci dopo cena a bere qualcosa? Per me sarebbe più facile…- dice titubante Celeste.
-
Anche per me…- aggiunge Rosita.
Stiamo tutte zitte. Non so cosa dire. Quanto vorrei la Gustalavita al mio fianco in questo momento.
Dopo qualche minuto Annamaria si guarda intorno poi inizia a dire –
Scusate un attimo … ragioniamo. La pizza ha mai fatto morire qualcuno? Tu, Rosita, se recuperi il peso non lo puoi riperdere un’altra volta dopo? E tu, Celeste, se anche dopo ti purghi per bene o stai una settimana a pane e acqua non è quello che hai fatto fino adesso, da un po’ di anni? Insomma tutt’al più vi può succedere quello che vi succedeva prima di venire qui, niente di nuovo insomma. Allora perché tutto questo terrore?- Le guarda, aspettando una risposta. Restiamo tutte spiazzate da queste osservazioni così lucide e semplici.
-
Insomma non potete vivere così prima o poi dovrete affrontare questi fantasmi e allora perché non farlo insieme a noi che vi proteggiamo?- Le due ragazze sono visibilmente in confusione, ma adesso il clima di tragedia è sparito. Resto sinceramente e piacevolmente stupita da Annamaria che con quattro parole ha sconfitto i loro spauracchi!
-
Hai veramente ragione. – dico guardando lei, poi tutte le altre – Rosita, Celeste cosa può succedere alla fine? Niente che non conosciate già! E poi ci siamo noi con voi, non sarete sole. Possiamo stabilire un bel programma scrivendo tutto quello che avete intenzione di mangiare per evitare che veniate prese dall’ansia. -
La tensione è calata. Iniziamo a discutere su cosa possono prendere per non andare in paranoia. Dopo un bel po’ si arriva a una decisione: prenderanno entrambe una pizza di verdure di cui Rosita mangerà una metà e Celeste un quarto.
-
Soddisfatte? Tranquille?- chiedo sperando in una risposta positiva.
-
Ma si dai… e poi ha ragione Annamaria, vero Celeste? Prima o poi dobbiamo affrontare quello che ci terrorizza.-
-
Speriamo bene…- fa Celeste poco convinta.
E’ tardi ormai tutte si infilano i cappotti ed escono. Io spengo le luci, chiudo la porta.
Sono un po' preoccupata e vorrei che la serata di festeggiamenti fosse già passata. Ma devo ricordarmi la frase di Annamaria:

Non può succedere niente che non sia già successo.
Trovo che sia una frase splendida!





















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