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Studio della figura corporea: Susanna

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Figura corporea · 25 Ottobre 2018






Entro e dietro di me si infilano tutte le mie compagne.
Quando siamo tutte sedute e pronte per iniziare Susanna dice togliendosi la giacca -
Brrrrrrr... che freddo! Pensare che fino a qualche giorno fa ero ancora in vacanza e facevo il bagno al mare!
-
Beata te! Io invece le vacanze le ho viste col binocolo quest’anno. – fa Rosita.
-
Come mai? - le domando.
-
E’ una storia molto lunga. Penso che sia meglio tirarla fuori un’altra volta. Oltretutto non ho tanta voglia di parlarne. Sono ancora incazzata! Ma una cosa buona c’è. Nonostante un’estate di merda col peso vado bene. E col mangiare anche. Sono abbastanza contenta di me. Da questo punto di vista.
-
Siamo tutte molto felici di questo! E’ una iniezione di ottimismo che ci tira su il morale! – mi guardo intorno per vedere come reagiscono le altre a questo inaspettato buonumore di Rosita e vedo tanti sorrisi incoraggianti.
Allora, - dico prima di proseguire con il lavoro - cosa vogliamo fare stasera, proseguire con la figura corporea o qualcuna vuole tirare fuori altri problemi?
-
Prima di continuare vorrei dire solo una cosa… - interrompe timida Alessandra - Ho portato un regalino. Siamo andati a fare una gita in collina e abbiamo raccolto un bel po’ di castagne. Ne ho portata qualcuna stasera da mangiare insieme a voi. Già cotta… ho fatto male? Si può? – mi guarda timorosa.
-
Certo che si può, qui non c’è niente di proibito! Giusto Lella? – fa Guenda accaparrandosi subito la sua parte.
-
Giustissimo, non sono i divieti che ci portano avanti nel nostro cammino di consapevolezza su noi stesse e sul cibo. – dico infilandomi in bocca la prima castagna della stagione.







Dopo qualche altro minuto perso in frivolezze iniziamo.
-
Allora chi vuole parlare? – chiedo.
-
Io dai, mi sento in vena.
-
Benissimo! Abbiamo tutte il disegno che Susanna ha fatto di se stessa?
-
Io no ho dimenticato il materiale a casa. Ero di fretta. Posso guardare insieme a te? – domanda Rosita ad Annamaria seduta di fianco a lei.
Avvicinano le sedie e dopo qualche attimo proprio quest’ultima dice –
Tette extralunghe noto…Non ti pare di avere esagerato?
-
Ma forse un pochino ma mica tanto, sai. I miei figli le hanno maltrattate abbastanza. Li ho allattati entrambi per più di anno.
-
Beata te! – esclama Milena – Io invece non avevo tanto latte. Ho speso un capitale per quello in polvere. E in più mi sentivo anche un po’ una fallita.
-
Non divaghiamo per favore.
-
Scusa hai ragione. – poi prosegue - Ho notato subito che ti sei disegnata nuda, solo con le mutande, ma con braccialetti ed orecchini.
-
Già, me ne accorgo adesso. Non ci avevo neanche fatto caso. Mi è venuto così. Però adesso che ci penso forse centra mio marito. Una volta non usavo gioielli, da giovane. Ma Carlo ha piacere che indossi le cose che mi regala, anche se non non sono costose ci tiene che le usi. E così con gli anni mi sono abituata.
-
E queste mutandine pizzose e maliziose? – domanda Guenda ammiccante.
-
La biancheria un po’ carina è sempre stata la mia passione. Qui Carlo non centra. – Susanna abbassa gli occhi arrossendo.
-
Dai non fare così… tutti hanno le proprie debolezze!
-
Anche tu? Sinceramente a me sembri invincibile. Fai sempre delle osservazioni così intelligenti, pertinenti. Ti ammiro molto Annamaria. – Si guarda intorno come per vedere le reazioni delle altre. Alcune annuiscono in silenzio.
L’interessata, invece, si fissa i piedi imbarazzata, poi alza lo sguardo –
Volete sapere la mia debolezza? – si gira intorno – I centrini di pizzo! Ho la casa piena strapiena. Non so più dove metterli ormai! E ne compro sempre di nuovi!
Tutte scoppiamo a ridere. In particolare Rosita che ride, ride e fatica a fermarsi.
-
Ma dai – interviene Laura – non l’avrei mai detto! – poi continua agitando il disegno di Susanna – Guardate qua! All’inizio non me n’ero accorta ma dopo un po’ ho notato le spalle. Le tue spalle sono parecchio più larghe dei fianchi. Sei un po’ mascolina nonostante i gioielli e le mutande sexi.
L’altra osserva il suo disegno.
-
Hai ragione, è vero. Non so dare una spiegazione.
-
Forse in casa tua ti hanno gravato di molte responsabilità? – le domando.
-
Ah quello sicuro. Sono la prima di quattro fratelli e mia mamma in casa in casa non c’era mai. Lavoravano sempre i miei. Non posso fargliene una colpa anche se sicuramente per me, che dovevo badare alla brigata, la situazione era pensante a volte.
-
Perché ti sei fatta le scarpe? Sei quasi nuda, sarebbe stato più logico avere i piedi scalzi. – commenta Fulvia.
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Ho sempre freddo ai piedi. Ma a pensarci bene non è per quello. Forse mi sembrava più bello il disegno. Non so… -
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Potevi metterti le pantofoline pelose allora… - fa Celeste sorridendo.
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E no in società ci vogliono i tacchi!
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Nessuno ha detto niente del sorriso. Ha un sorriso smagliante! – commenta Elisa.
-
Non potevo farmi triste. Da quando, poi, partecipo a questi incontri l’umore mi è migliorato. Me lo dicono tutti. E i miei figli, il martedì sera, mi dicono dai mamma fai tardi con le tue amiche. Si vede che sono contenti di restare da soli col papà.
-
E’ giunta l’ora ragazze… - faccio alzandomi. Si alzano lentamente e le devo quasi spingere fuori a forza. Non vogliono andarsene.
Sono belle queste riunioni.















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