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Pensieri

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Lella · 20 Ottobre 2015






E’ domenica.
Oggi G. va a funghi con i suoi compagni di merende. Si è alzato presto ha fatto colazione da solo cercando di non fare troppo rumore. Mi siedo a tavola e trovo tutto pronto: il vasetto di yogurt, quello che piace a me, una fetta di pane già con la marmellata e il caffè pronto sul fornello. E’ un super marito! Ciò non toglie che ogni tanto queste mattine in solitaria non mi dispiacciono. Forse perché sono eccezioni… Fuori un sole splendente illumina tutto, compreso il fiume che tranquillo va verso il mare. Esco sul terrazzo e l’aria pungente, dopo qualche minuto, mi costringe a rientrare.
Sono di buon umore.  
Oggi, io, Lella e Mariù andiamo al mare a mangiare in un piccolo ristorante gestito da due donne molto simpatiche. Ci portiamo anche le biciclette per andare a spasso in pineta.







Pedaliamo un’oretta e Mariù al guinzaglio corre di fianco a Lella. Si comporta molto bene. Poi ci dirigiamo verso il ristorante. Appena ci sediamo la nostra mascotte, distrutta, si sdraia immediatamente sotto la tavola e non si muove più. La cameriera ci porta due bicchieri di un vinello bianco che va giù che è una favola e mentre aspettiamo i nostri piatti iniziamo a chiacchierare - Come stai?- - Un po’ meglio, dai. Vado un po’ a giorni. Ho la sua foto sul comò, sorridente nonostante tutto. Se la guardo troppo però mi viene il magone.- Comincio a mangiare le mie tagliatelle ai porcini e con la bocca piena domando – E per il resto? – Lei mangia e non dice niente. Poi alza gli occhi – Ho rivisto Pietro. Per caso. Gli è morto il cane…- Mi fermo appoggio la forchetta sul piatto – Poveretto, come mai? - - Era molto vecchio… - Non commento. Lei mi mette una mano sul braccio e con voce esitante fa -Mi ha chiesto se vado a cena con lui una sera. Non so cosa fare.- Continuo con la mia tecnica del silenzio e Lella si vede costretta a proseguire –Ho una paura dannata, ma…- - Ma…- dico finalmente guardandola negli occhi – Ma penso a Donatella, alla sua solitudine, alla sua vita così povera di piaceri e piena solo di lavoro. Non vorrei  fare la stessa fine.- Bevo un sorso di vino e aggiungo - Allora penso che non ti resti che una cosa da fare, direi…Vero Mariù?- che però dorme pacifica e non si dimostra granché interessata all’argomento. –Penso anch’io…- borbotta la mia amica pensierosa. Usciamo, riprendiamo le nostre biciclette, ma la cagnetta non ha più tanta voglia di correre. Si ferma a ogni ciuffo d’erba, annusa ogni fiore, insomma non ha nessuna intenzione di faticare. Ci fermiamo e la principessa viene piazzata nel cestino e amen.
Adesso è contenta!











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