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Chiacchiere tra amiche

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Amica di Lella · 30 Marzo 2017


Cari fan di mangiopositivo ho già avvisato nella pagina facebook qualche settimana fa che per motivi di tempo devo interrompere la pubblicazione di nuovi post. Per non lasciarvi soli ripubblicherò con la stessa cadenza temporale i vecchi post a cominciare dal primo. In poche parole in questo periodo darò via alle ristampe! Come succede, per esempio, per il fumetto di Diabolik di cui sono accanita lettrice.
Riprenderà tutto regolare verso la fine dell’anno.
Arrivederci e buona estate a tutti!







Mi siedo sul prato e mi godo questo sole primaverile. Osservo gli alberi. Non tutti hanno le gemme. I primi a mostrare i segni di risveglio sono sempre i salici piangenti. Vorrei che questo periodo con G. fosse già passato. Vorrei tornare come una volta quando eravamo felici.
Ogni tanto, dentro di me, incolpo Lella e il gruppo di autostima di questo terribile ciclone che mi è finito addosso. Ma sono solo pensieri che passano veloci come le folate di vento di questa primavera. Ma, a parte i problemi con G., non posso negare di star meglio. Mi sento più sicura di me stessa. Sul lavoro sono più propositiva, tutti se ne sono accorti. Sono anche più ricca di idee e più reattiva. Insomma non accetto più certe cose.
Per esempio l’altro giorno con quella stronza della segretaria mi sono detta brava da sola!! Ha sempre avuto l’abitudine di tiranneggiarmi e sfruttarmi un po’. Solo adesso mi rendo conto che era perché io glielo permettevo.
Lei era seduta alla sua scrivania, ma la sentivo che chiacchierava al cellulare con la sua amica del cuore (il titolare non c’era). Ho aspettato che finisse, non meno di dieci minuti, poi sono andata nel suo ufficio per chiederle una informazione e non c’era. Sono ritornata nella mia stanza, ho fatto qualche telefonata, mandato qualche mail. Poco dopo ho dato un’occhiata fuori dalla finestra e l’ho vista che usciva dal bar di fronte.
Ah era la pausa caffè!  
Allora sono ritornata da lei ma ancora non c’era. Dopo un quarto d’ora l’ho vista transitare nel corridoio diretta finalmente alla sua postazione. Questa volta era andata a sistemarsi il trucco! Finalmente vado a chiederle quello che mi serviva.
-
Scusa hai già messo in spedizione quell’ordine per la ditta Poggiolini? - le chiedo.
-
Ancora no. Manca del materiale.
-
Arriva nel pomeriggio alle cinque e mezzo.
-
Così tardi? - e poi gentilissima, col suo fare untuoso, prosegue - Io a quell’ora devo uscire. Puoi fare tu il pacco e aspettare il corriere, per favore?
-
Eh… mi spiace non posso proprio. Vado a correre con la mia amica! – Ho girato i tacchi senza aspettare la sua risposta.
Quando sono uscita, alle cinque e mezzo, stava preparando il pacco.
-
A domani…- le ho detto.
Lei mi ha guardato basita, con la bocca un po’ aperta e ha farfugliato –
Il corriere mi ha chiamato. Dice che arriva alle sette.
-
Ah bene, bene. Allora così puoi preparare anche le consegne di domani. – ho replicato chiudendo la porta.
Mi veniva da ridere.







L’erba è ancora troppo umida e il freddo al deretano mi ha costretto ad alzarmi. Adesso in questo preciso momento sono seduta su una panchina e aspetto Lella che vedo in lontananza. La saluto con la mano e le vado incontro.
-
Ciao come va? Com’è andata a Lisbona?- mi chiede allegra.
-
Molto bene! E te?-
-
Bene dai.-
Iniziamo il nostro giro prendendocela con calma perché vogliamo anche raccontarcela.
-
Allora com’è questo gruppo di alcolisti? -
-
Veramente stimolante. Ascolto mogli e mariti parlare e mi rendo conto che le dinamiche delle famiglie più o meno si assomigliano tutte. In casa mia ho ascoltato gli stessi discorsi miliardi di volte, ma la dipendenza dall’alcol ingigantisce i problemi. Purtroppo spesso i comportamenti sbagliati vengono trasmessi ai figli e la dipendenza da sostanze si tramanda crudelmente di generazione in generazione.
-
Dov’è Mariù? – le chiedo fermandomi un attimo.
-
Rimasta a casa con Pietro. Dai raccontami di Lisbona…-
Tiro fuori il telefono e le faccio vedere qualche foto poi le racconto del corso di fotografia. Lei ha una reazione esagerata mi salta addosso e mi abbraccia.
-
Brava! Son contenta per te! Diventerai una fotografa eccezionale, sono sicura! Vincerai dei premi, me lo sento!-
-
Eh… si il Nobel per la fotografia!
Ma lei improvvisamente si fa seria –
Dico sul serio, sono sicura che raggiungerai ottimi risultati. Sei molto diversa da tempo fa. Il gruppo di autostima, la terapia di coppia hanno prodotto grandi cambiamenti. Hai perfino uno sguardo più luminoso.-
Le racconto il fatto della segretaria e scoppiamo a ridere.
Poi le dico –
Penso che  tu abbia ragione. Tante persone me lo dicono. Ma io ancora non riesco a rendermene conto fino in fondo. Però mi sento bene, più soddisfatta di me stessa.-
Ormai è tardi e ci salutiamo con baci sonori. Ed io sono felice di tornare a casa perché ho voglia di abbracciare G. come se fosse un secolo che non lo vedo.
Invece è solo da stamattina!









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