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Assertività

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Gruppo cas · 5 Marzo 2017







Apro la porta mi siedo. Anche stasera sono arrivata un po’ prima. Sistemo su ogni sedia una copia del foglio con i diritti assertivi. Mentre lo faccio penso a che rivoluzione hanno scatenato nella mia vita queste regolette.
Pensare che adesso mi sembrano così ovvie!
Poco dopo, annunciata da una leggera bussatina, entra Rosita. Mi saluta con un bacio poi prende in mano lo stampato e domanda -
Cos’è?-
-
I diritti assertivi.-
-
E stasera parleremo di questo?-
-
Si.-
Si siede e inizia a leggere. Nel frattempo sono arrivate anche Celeste, Laura, Susanna e Guenda.
-
Chi vuole leggere?- domando.
Vengo interrotta dall’arrivo di Fulvia, Milena e Annamaria.
-
Bene ciao a tutte. Cominciamo per favore perché so per esperienza che questo tema scatena un dibattito infinito. Facciamo un giro veloce, anzi velocissimo, per vedere com’è andata la settimana e poi partiamo con le regole dell’assertività. Ok?-
-
Posso dire solo una cosa?- chiede esitante Rosita.
-
Certo… -
-
Ho bisogno di farvi vedere il diario alimentare. Ho dei giorni che sono un disastro e non capisco perché. Le regole degli schemi alimentari mi sembra di averle imparate abbastanza eppure… Per esempio tre giorni fa: la mattina bene, poi il pomeriggio la disfatta! Quando sono uscita dal lavoro sono riuscita ad evitare la pasticceria ma mi ha fregato il tabaccaio vicino a casa. Ho comprato tre confezioni con tre pocket coffee ciascuna, nove in totale. Me le sono ficcate in bocca prima ancora di aver realizzato di averlo fatto.-
-
Era successo qualcosa durante il pomeriggio?- chiedo cercando di non essere troppo materna.
-
Si, un disguido con una consegna. Il cliente ha telefonato investendomi di parolacce. Quando ho chiuso ero furiosa. In più la mia caporeparto era assente e la sostituiva il più antipatico e leccaculo che esista al mondo. Non ho potuto dirgli niente perché non capisce neanche le botte in testa. Anzi recepisce quello che vuole.-
-
Bene, molto bene. Quello che ha appena finito di dire Rosita introduce l’argomento di stasera. Chi vuole leggere?-
-
Leggo io!- dice Fulvia con energia.








REGOLE DELL’ ASSERTIVITA’


1. Si può avere una idea che può essere diversa da quella degli altri.
2. Si può manifestare questa idea ed essere ascoltati, sapendo che può non coincidere con quella di chi ci circonda.
3. E’ possibile provare uno stato d’animo ed eventualmente tirare fuori le proprie emozioni.
4. E’ lecito domandare che un proprio desiderio venga soddisfatto, compatibilmente con le esigenze altrui.
5. Possiamo essere noi stessi e non corrispondere sempre ad obblighi esterni.
6. E’ un sacrosanto diritto fregarsene del giudizio degli altri quando il nostro modo di agire non è dannoso per nessuno.
7. Possiamo non sentirci in dovere di giustificare sempre ogni cosa, ogni nostra idea o comportamento se non ci va.
8. Possiamo non avere sensi di colpa e non sentirci egoisti quando non abbiamo voglia di fare qualcosa.
9. Non dobbiamo sapere sempre tutto e abbiamo il diritto di chiedere spiegazioni quando qualcosa non ci è chiaro.
10. Impariamo a pensare a noi stesse come a essere umani con la possibilità di sbagliare e commettere errori senza per questo considerarci dei mostri.
11. Possiamo anche concederci di essere imperfette.
12. Dobbiamo imparare a dire ogni tanto NON E’ UN PROBLEMA MIO.

-
Praticamente è tutto il contrario di quello che ti insegnano a scuola!- commenta Fulvia appena ha finito di leggere.
Risata generale!








- E perché e sul lavoro no?- fa Guenda.
-
A parte questo cosa ne pensate?-
-
Scusa, perché hai detto prima – interviene Susanna – che quello successo a Rosita si ricollega a queste regole? Io non ci vedo nessun nesso.
-
Chi si sente di risponderle?- dico guardandomi in giro.
-
Io! – dice con impeto Milena. Prosegue dicendo- Non mi è successa proprio la stessa cosa ma somiglia. Al ristorante dove vado a lavare i piatti la sera  per arrotondare, tempo fa c’era un energumeno che mi infastidiva e tentava anche di mettermi le mani addosso. All’inizio l’ho respinto freddamente ma non mollava. Allora una sera ho parlato con la padrona che non è una che le manda a dire. Non so cosa gli ha detto ma da quella sera non s’è più visto.-










- Brava! Anche Rosita avrebbe dovuto far così. Dire per esempio: un attimo le passo il principale.- dico guardandola.
-
Pensa che io non dico niente, invece, perché mi sembra che sia sempre colpa mia anche quando non centro niente.- fa, malinconica, la diretta interessata.
-
Non ci avevo mai pensato prima ma effettivamente capita anche a me. Cioè praticamente l'assertività è imparare a difendersi quando gli altri prevaricano su di noi. Giusto?-
-
Proprio così!-
- Come quando torno a casa dai colloqui con le maestre di mio figlio. Arrivo a casa depressa e convinta di aver tirato su un disgraziato. Mi sbafo biscotti, pane insomma tutto quello che mi capita a tiro. – Scoppiamo in una gran risata perché è molto buffa quando si incazza. – Ma la prossima volta mi preparo prima il discorsetto. Non mi fregano più!- dichiara convinta.
-
Esercitano il loro potere. Puoi essere anche il presidente della repubblica ma in quel momento...- dice Milena - anche a me veniva l'ansia e mi incazzo ancora quando ci penso.-
-
Va là, va là che col presidente della Repubblica non fanno quelle facce. Brutte stronze!-
Scoppiamo tutte a ridere di nuovo.
-
Bene ragazze riprenderemo il discorso perché è molto importante. La prossima volta ripasso sul diario alimentare, poi continuiamo con l’assertività.
Quando anche l’ultima è uscita chiudo tutto ed esco. Sinceramente pensavo che le regole dell’assertività producessero più scandalo. Forse la richiesta di Rosita ha deviato l’attenzione dall’argomento principale. Ma le reazioni arriveranno, forse più lentamente, ma arriveranno.







La maestra




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