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Lella non si fida fino in fondo

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Lella · 16 Giugno 2014
Tags: Vogliopropriovedere



         




Io e Lella ci siamo guardate un film qualche sera fa, spaparanzate sul mio nuovo divano. Ho noleggiato i “Ponti di Madison County” di Clint Eastwood.
Che bel film. Abbiamo tanto pianto!
Secondo Lella era una storia triste. Io invece, dicevo di no. In fin dei conti la signora alla fine ha trovato la soluzione migliore per lei. Non è una rinuncia è una scelta. E’ diverso. E alla fine, in qualche modo, la sua storia è stata d’aiuto anche ai figli.
Poi abbiamo cominciato a parlare un po’ di questo e un po’ di quello, spettegolando parecchio di conoscenti comuni non proprio simpatici. Poi siamo passate al nostro argomento preferito: la nostra amica alla “Sex and the city”. Troppo simpatica, ma poverina non assomiglia neanche di lontano a nessuna di quelle quattro. A cominciare dal nome, Lorella. Ha iniziato a farsi chiamare Lolly, ma ha dovuto rassegnarsi, nessuno la chiamava così. Dai non c’è niente da fare non ha il “Phisique du role” e neanche i quattrini di quelle tipe. E’ una persona normale molto presa dal lavoro, dai figli e da quella gnorgna di buonissimo marito che si ritrova. Ma è troppo divertente con tutti i tentativi che fa per migliorare il suo aspetto e la sua educazione. Pensare che va benissimo così, è fantastica.
Ma perché, noi donne, ci vediamo sempre solo i difetti?

Dopo un po’ Lella ha cominciato a parlare del lavoro che sta facendo con la Gustalavita.
-Sai- mi ha detto- non compro più tutte quelle schifezze di cui prima mi riempivo lo stomaco e la casa. E sai una cosa? Adesso spendo molto meno e butto via meno roba da mangiare.-
-Nooo- ho detto io- non hai più in casa quei cioccolatini squisiti? Non vengo più a casa tua!-
Lei ha fatto finta di offendersi -Venivi da me solo per quelli? Bene! Una serpe in seno, avevo!-
Poi, si è messa seduta comoda e ha cominciato a raccontarmi un po’ di cose. -Anche se cercavo di mettere in pratica i suoi consigli - mi dice- ma non ero convinta fino in fondo di queste nuove teorie.-







Mentre me lo raccontava era diventata serissima, a tratti, sembrava stesse per piangere.
-Era troppo sapiente, troppo comprensiva, troppo gentile. Sembrava finta.- prosegue. E mi racconta che una settimana fa, al loro quarto incontro, si accorge sulla porta dell’ambulatorio della dott. di aver dimenticato a casa il quaderno del diario alimentare. Prima di uscire l’aveva appoggiato sulla mensola per prendere l’ombrello e l’aveva lasciato lì. Mortificata, ha chiesto subito scusa, che, invece, non ha fatto neanche un plissè.
Hanno lavorato senza quaderno in quella seduta e l’unica cosa che la donna le ha detto è stata -La prossima volta, però, cerchi di non dimenticare il diario alimentare a casa. E’ uno strumento importante per il nostro lavoro.-
-Senz’altro, dottoressa.- ha risposto lei ubbidiente. Guardandomi dice - Sai, ho capito che in qualche maniera volevo metterla alla prova. Forse volevo vedere se sotto sotto era come gli altri. In realtà mi aspettavo una sgridata.-
-Ed è arrivata la sgridata?-
-No!-
-Quindi l’ha superata la prova?-
Lella mi guarda -Si, in pieno. Ormai sono ai suoi piedi! E sai perché?-
-Eh, perché?- faccio curiosa.
-Lo sguardo mi ha convinto, dolce, ma forte. E’ come se gentilmente mi avesse detto RIGA DIRITTO! Comunque in questo primo mese ho ottenuto tre risultati importanti:  
1 sono calata due chili,
2 spendo meno nella spesa,
3 ho imparato a non sprecare cibo. In più sono più tranquilla di prima e più soddisfatta di me.-
- Allora sono quattro! -
- Già hai ragione. -
Ci salutiamo, la guardo andare verso la cucina con i bicchieri sporchi in mano.
Le noto un brio nel camminare che non avevo mai visto.




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