Assaggio di primavera, prima corsa al parco
Questa settimana il tempo è stato bello e caldo, sembrava veramente primavera. Allora oggi che è sabato, io e Lella, decidiamo di andare a fare una corsetta al parco. Accompagnate da Mariù. G. è a spasso in montain bike con i suoi amici biciclettari.
Appena ci incontriamo, la cagnetta mi fa una festa commovente.
– Mariù sei un po’ ingrassata…- dico accarezzandola.
- E’ vero- dice Lella- ma da quando l’ho castrata ha molto più appetito. E poi a lei della prova costume non gliene frega molto.-
Io, rivolta alla cagnolina, commento –Hai ragione Mariù. Tu si che sei saggia!-
Corriamo un po’, poi cominciamo a camminare facendo qualche di esercizio di respirazione, sempre seguite dalla nostra piccola mascotte. Dopo un’ora abbondante ci sediamo su una panchina. In lontananza si sente tamburellare il picchio, si prepara a mettere su casa.
–Senti il picchio…fino a poco tempo fa non sapevo cos'era questo rumore, me l'ha detto Pietro sabato scorso.- Lella si stiracchia un po' poi dice- Questo parco è proprio bello! –
-Si, anch’io penso che sia uno dei pregi più grandi di questo buco di paese. –Dopo aver bevuto una bella sorsata d’acqua, curiosa, le chiedo come procedono i lavori del suo gruppo C.S.A.
– Bene. L’ultima volta, Rosita, la ragazza più giovane col forte sovrappeso, consumando parecchi fazzoletti di carta ha raccontato la sua vita. E’ orfana da quando aveva tre anni e ha vissuto sempre con la nonna e il papà.-
-Ma secondo te questo può essere la causa del sovrappeso?- le domando veramente interessata alla cosa.
- Non so, voglio telefonare alla Gustalavita per chiedere cosa ne pensa. Rosita ha una storia particolare e credo che ancora non sia venuto fuori tutto.-
Riprendiamo la nostra passeggiata. Nel frattempo, mentre noi chiacchieriamo dei massimi sistemi, Mariù ha fatto amicizia con un bel cagnone grande e nero. Scorazzano in lungo e in largo, si divertono un sacco a inzaccherarsi tutti in una bella pozzanghera. Sono proprio felici e noi, io e Lella più il padrone dell’altro cane, ridiamo, contagiati dall’allegria dei nostri amici a quattro zampe. Lella prosegue raccontandomi che quando Rosita ha iniziato a parlare dei pochi ricordi che conserva della madre tutte hanno tirato fuori i fazzoletti e quasi quasi anch’io sto per tirarlo fuori. Sono tutte rimaste colpite dal fatto che nonostante fosse così piccola ricordasse ancora la voce della mamma quando la sera a letto parlava col marito.
Dopo avermi parlato delle sue signore e signorine, Lella mi domanda dei miei incontri di autostima.
- Non sai quanto ti sono grata per aver insistito perché partecipassi a questo gruppo - dico accovacciata mentre mi allaccio una scarpa- mi sta veramente cambiando la vita, quella dottoressa è proprio in gamba. Stiamo facendo gli esercizi con le scenette. L’ultimo incontro dovevamo imparare a dire di no. E sai cosa ho scoperto? Ho capito che io faccio soprattutto fatica a manifestare le mie idee con G. Mi sono resa conto che ho una paura terribile di assomigliare alla mia mamma che a mio padre lo trattava come una pezza da piedi. Per questo con lui sono particolarmente arrendevole. In effetti sul lavoro non è così, coi colleghi sono molto diversa.-
-Bene – fa Lella mentre mette il guinzaglio a Mariù – adesso che l’hai capito puoi cominciare a lavorarci sopra. Mi ricordo sempre quello che diceva la Gustalavita. Nel bene e nel male distaccarsi dall’ombra dei genitori è la cosa più difficile che ci sia. Anche se pensi di esserci riuscito la loro influenza ti segue e ti condiziona la vita. E penso che abbia proprio ragione.-
Camminiamo in silenzio verso le nostre auto. Quando stiamo per arrivare al parcheggio dico - Forse è inevitabile…-
-La Gustalavita dice di no, però queste cose profonde le cambi solo con una psicoterapia individuale e con una forte motivazione. E un bravo psicoterapeuta. Io credo che non lo farò mai. Tutto sommato adesso sono molto contenta della mia vita. Sono molto cambiata e mia figlia Mariù e Pietro sono i miei gioielli!-
Dicendo questo apre lo sportello e la figlia Mariù salta in macchina. Saluto, bacio entrambe e salgo in auto. Sto per mettere in moto che mi arriva un sms di G., dove mi dice che è a casa che mi aspetta.
Mi allontano con l’animo in subbuglio pensando a lui.