Vai ai contenuti

Gruppo cas: Fulvia

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Gruppo cas · 25 Agosto 2016






Fulvia


Stasera si presenta la più giovane del gruppo, Fulvia.
Inizia dicendo –
Ho venticinque anni, lavoro all’Unieuro e non mi piace.-
Anche a lei rivolgo la solita domanda –
Cosa ti aspetti da questo gruppo e perché sei venuta qui?-
-
Ho visto il volantino in palestra e mi ha incuriosito. Intanto vorrei perdere qualche chilo perché da quando lavoro in quel posto sono aumentata di quasi sette chili. E poi vorrei imparare un'alimentazione corretta senza eliminare cibi a caso. Ho degli amici che sono vegani però mi sembra una costrizione forte per loro e per chi li frequenta. Insomma non mi convince.- Parla tranquilla anche se è solo la terza volta che partecipa alle nostre riunioni.
-
E’ la terza riunione che frequenti. Hai imparato qualcosa di utile in queste tre volte?- le domando rivolgendole un sorriso d’incoraggiamento.
-
Beh… intanto ho capito che anche se peso sette chili in più di prima, non è una tragedia. Adesso, da quando vengo qui, mi guardo allo specchio e mi faccio meno schifo. Poi devo dire che l’ultima riunione è stata proprio illuminante. – A quel punto tutte applaudono e concordano con lei.
-
Sh … lasciamola finire di parlare!- dico dopo essermi unita all’applauso.
Fulvia prosegue raccontando -
Anche a me succede che quando arrivo a casa particolarmente stufa la prima cosa che faccio è aprire il frigo. Ma nell’ultimo incontro ho realizzato che appena metto piede in casa devo assolutamente evitare la cucina. Adesso per prima cosa vado in camera mia e sto un po’ su facebook. Poi mi cambio e porto a spasso il mio cane. Sto fuori mezz’oretta e quando torno sono tranquilla.-  








Guardo Rosita – Mi pare che eravamo d’accordo che ci dovevi dire com’era andata col percorso alternativo, Rosita? Hai voglia di parlarcene?-
Lei sembra pensierosa poi con un sospiro inizia -
Non benissimo ma diciamo meglio. Mi è capitato una sera che sono uscita dal lavoro che avrei mangiato tutta la pasticceria ma la nuova strada passa vicino a un campo di calcetto e mi sono fermata un po’ a guardare dei ragazzini che giocavano. Quando sono arrivata a casa ero quasi normale. Ho ripensato al pomeriggio e mi sono accorta che già quando sono salita in macchina ero più tranquilla. Comunque insomma non ho mangiato niente fuori posto e ho mangiato a cena.-
Dopo qualche minuto di silenzio Susanna le domanda –
Ma allora perché dici che non è andata benissimo? A me pare che sia andata più che bene, invece. Non ti sei sentita brava la sera?-
-
Susanna ha proprio ragione. Dobbiamo imparare a evidenziare i successi. Vale per tutte, anche per me!-
-
Un po’ si, mi sono sentita brava, ma il verdetto della bilancia mi ha depresso. Speravo con questi miglioramenti di essere calata di più invece sono calata solo un chilo questa settimana. – dice Rosita con faccia triste.
Intervengo per evidenziare quello che ha appena detto –
Avete notato che ha parlato della bilancia come di una persona, un giudice?-
Viene fuori che anche le altre pensano alla bilancia come a qualcuno che le castiga. –
Ragazze la bilancia è un oggetto di ferro siamo noi che le diamo un valore e un ruolo che non ha. Dobbiamo pensare alla bilancia come a un termometro. Nessuno ha paura del termometro!- Tutte ridono mentre io, al contrario, non ci trovo niente di di buffo.
Interviene Laura che nei precedenti incontri ha sempre parlato poco –
Anche io non sono calata tanto, due miseri chili, ma sono contenta di essere qui per due ragioni:
1. Adesso mangio più frutta e verdura. Mi piacciono anche, mentre prima le odiavo.
2. Non mangio più davanti alla televisione. Anzi quasi non la guardo neanche più. E questi per me sono risultati importanti e spero che durino nel tempo.
– poi guarda Fulvia e le domanda- Cosa facevi prima di lavorare all’Unieuro? Vorrei saperlo perché anche io da quando lavoro in questo bar dove sono adesso ho preso un certo numero di chili e secondo me uno dei motivi è proprio il fatto che non mi piace quello che faccio e mi sfogo col mangiare.-
Fulvia pare turbata e con un fazzoletto da naso si asciuga gli occhi -
Ho fatto un anno e mezzo di Università, lingue orientali, ma i miei genitori mi dicevano che perdevo tempo. Allora dopo un po’ una che conosco mi ha detto che assumevano all’Unieuro, ho fatto il colloquio e mi hanno preso. Da qualche mese ho il contratto a tempo indeterminato.-
-
Adesso sono contenti i tuoi genitori?- domando curiosa.
-
No perché dicono che è un salario da fame e dopo aver pagato la benzina non mi rimane niente. Ho la sensazione di aver rinunciato allo studio per farli contenti ma non sono soddisfatti neanche così! E questo mi spinge a mangiare ancora di più!- Scoppia a piangere. Susanna che è le seduta vicino le mette una mano sulla spalla. – Scusate…sono una sciocca.-
-
Non dirlo neanche per scherzo per favore. Conosco questa sensazione in casa mia era uguale. Certe volte i genitori non sanno neanche cosa loro vogliono.- Mi guardo intorno e dico – Abbiamo iniziato un discorso molto lungo che riprenderemo con più calma magari dedicando un incontro intero alle nostre famiglie. Adesso lasciatemi dire un’ultima cosa… vorrei che questa settimana provaste a misurare l’olio col cucchiaio grande. Ricordate che  l'olio non deve essere più di tre cucchiai al giorno. Pensate di poterlo fare?-
-
Ci proviamo, giusto amiche?- dice Guenda con entusiasmo.
Escono tutte, le mie donne. Io spengo la luce, chiudo la porta felice di come procedono le cose. Bisogna che telefoni alla Gustalavita per dirglielo e anche per farmi consigliare qualche testo sull’anoressia. La prossima volta devo ritagliarmi del tempo per parlare di questo nuovo arrivo.
Ma il tempo sembra non bastare mai.














Bookmark and Share

Torna ai contenuti