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Il nocciolo della questione

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Amica di Lella · 10 Maggio 2016





A spasso lungo il fiume.
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Allora com’è andata la vacanza? Al telefono sembravi molto contenta.- Lella si ferma, appoggia a terra il guinzaglio di Mariù e si accovaccia per allacciarsi una scarpa. La guardo, ha i capelli un po’ lunghi, ha cambiato il colore. E’ proprio in forma non c’è che dire. Purtroppo non posso dire certo altrettanto di me. La breve vacanza mi ha un po’ rimessa in sesto però avrei bisogno di ben altro. In realtà mi sento piuttosto a pezzi.
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Bene. Ho conosciuto una donna molto in gamba. Parlare con lei era piacevole, ma anche un po’ spiazzante per certi versi. Te la farò conoscere, merita. Va spesso a Parigi perché ha un figlio che lavora là. Mi ha invitato, ha invitato anche te perché le ho parlato molto della nostra amicizia.-
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Dille pure che accetto volentieri il suo invito. Come hai trovato G. al tuo ritorno? Una sera, io e Pietro abbiamo mangiato insieme a lui.- Lella si ferma, si guarda intorno cercando Mariù che sembra sparita. Inizia a chiamarla e lei dopo qualche secondo salta fuori da un cespuglio tutta felice ma parecchio infangata. Riprendo il filo del mio discorso - Sono stata contenta di rivederlo. Lui mi ha fatto una gran festa. Forse ha sentito la mia mancanza.-
Lella mi guarda molto seria –
Credo di si. Dopo averlo salutato dopo un po’ Pietro ha scosso la testa dicendo – Sembra scarico…- E ti dirò, anche a me ha fatto lo stesso effetto. Ci ha fatto un po’ impressione vederlo così. In genere è sempre così spumeggiante!-
Continuo a camminare di fianco a Lella. Procedo ad occhi bassi senza parlare e Lella rispetta il mio bisogno di silenzio. Mi fa una lieve carezza sul braccio per farmi capire che lei c’è e ci sarà sempre.
Dopo un po’ mi domanda –
Credi che sia una storia finita tra te e G.?-
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Non so cosa risponderti. Può darsi anche di si. Ma se è veramente così perché abbiamo tanta voglia di stare insieme e fare l’amore?- dico perplessa. Ci sediamo sull’erba a guardare una famiglia di papere che vanno avanti e indietro sul fiume tranquillo. Anche Mariù si siede e le osserva molto incuriosita.









- Ma credo che non sia solo una mia insoddisfazione con G.- Mi giro a guardare Lella di fianco a me che accarezza la sua cagnetta. Proseguo dicendo – L’ho capito ascoltando Veronica. Un giorno, eravamo insieme al mare. Passeggiavamo sul bagnasciuga e lei mi parlava del marito. E' stato un duro colpo trovarsi sola dopo tutti quegli anni insieme. Quando ha cominciato a stare un po' meglio ha capito che doveva fare qualcosa per sé e godersi di più la vita e ha lasciato lo studio fotografico in cui aveva lavorato per dieci anni. In quell'attimo ho realizzato che anche per me è così. E in questo G. centra fino a un certo punto. Sono io che devo muovermi e trovare qualcosa da fare solo per me, solo mio. Il lavoro, la casa, G.. Tutto ok, ma adesso voglio qualcosa di più, non so neanche cosa, ma sento che deve essere solo mio!-
La mia amica si alza e agguanta Mariù per metterle il guinzaglio. Ci avviamo verso l’auto di buon passo perché è ora di andare. Lella commenta quello che ho appena detto –
Sono contenta di sentirti così grintosa. In effetti i nostri compagni non sono totalmente responsabili della nostra felicità. E’ sbagliato scaricare addosso a loro tutte le nostre insoddisfazioni. E’ anche frustrante perché in questo modo non si arriva a niente perché il vero problema non sono loro siamo noi!-  
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Infatti il nocciolo della questione sta proprio qui. Il cambiamento deve partire da NOI!
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Basta tristezze però adesso. Ti racconto cosa ci è successo ieri al lavoro. Abbiamo riso tutto il pomeriggio. - Infatti dopo cinque minuti rido anch’io. A crepapelle.
Cosa farei senza di te, amica mia?










Nocciolo della questione







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