UOMINI!
Mercoledì sera BURRACO! Guai se ti perdi una serata di burraco, penso dentro di me ancora abbastanza furiosa con G. Aspettando Lella metto in forno a microonde il pollo con le mandorle, i ravioli e il riso alla cantonese che ho preso alla rosticceria cinese sotto il mio ufficio. Mentre preparo con cura la tavola lancio un’occhiata da incenerirle alle rose rosse che mi ha portato lunedì sera quello stronzo di mio marito. Le ha sistemate nel vaso sulla cassapanca. Sono splendide a dir la verità ma ci vuol ben altro, in questo caso, per rimettere a posto le cose.
Stavolta me l’ha fatta troppo grossa!
Suona il campanello, so già che è Lella. Entra ed è allegrissima. Io, invece, ho un muso lungo un chilometro. – Maretta eh…- - Per forza…- Si siede e quando nota il mega mazzo di fiori scoppia a ridere –Mh, mh, ha qualcosa da farsi perdonare il signor G., pare… - Accendo il forno e verso due bicchieri di birra. Porgendogliene uno dico - Anche secondo te, eh?- Ma io non rido per niente. –Ne avete parlato?- -Sono troppo arrabbiata ancora! Devo aspettare che mi sbollisca un po’ per discuterne tranquillamente. Adesso rischierei di cavargli gli occhi!- Tiro fuori le cose dal forno e le metto in centro alla tavola. Mi siedo e dico –Racconta tu va, che è meglio…-
-Allora vado. - -Si, si, io ascolto e basta.- Lella, tra un boccone e l’altro, inizia – Allora, il martedì sera prima del weekend di Merano sono andata a casa sua a vedere un film con Mariù… - -Cosa avete visto?- - Un film di Soldini, ma zitta, però se vuoi sentire il seguito…- - Ok, scusa, prosegui.- -… allora alla fine del film mi alzo per mettermi il cappotto e andare a casa e lui dice -E no scusa dove vai? Siediti, per favore, che voglio chiarire delle questioni adesso.- mi sono riseduta ubbidiente. Veramente avevo una paura folle, ma va bene. -Ho smesso addirittura di mangiare, pendo dalle sue labbra…- Pietro, tranquillo, mi domanda cosa ho intenzione di fare con lui. Mi dice che io gli piaccio da impazzire, proprio così ha detto –Mi piaci da impazzire!- Non me l’aveva mai detto nessuno prima. Sono diventata rossa come le tue rose e a voce bassa, in un soffio ho confessato –Anche tu!- -Allora non andartene stasera, resta qui a dormire…- Non mi aspettavo una cosa così e mi è uscito un timido – E Mariù?- - La portiamo giù di sotto a far la pipì e poi la sistemiamo nella cuccia di Astro.- E così abbiam fatto. Fuori, a spasso con Mariù, lui la teneva al guinzaglio e intanto noi due ci tenevamo per mano. Mi sentivo strana in quella situazione, come se non fossi veramente io. Mi dicevo ma mi sta capitando davvero o sogno soltanto che quest’uomo speciale mi tiene per mano e mi dice che gli piaccio da impazzire?- Siamo ancora sedute a tavola io non fiato sono così presa dal racconto che riesco solo a dire – E poi?- - Poi – prosegue Lella – siamo tornati a casa e abbiamo messo Mariù nella cuccia di Astro, in salotto e siamo andati a letto. - A quel punto mi risveglio da quella strana forma di ipnosi in cui ero caduta e le domando - E com’è andata?- - Abbastanza bene, ma vedrai con la pratica diventeremo bravissimi!- Scoppio a ridere veramente di cuore nonostante l'incazzatura, mi alzo e un po’ commossa la abbraccio –Bene sono proprio contenta per te! Sei una persona splendida te lo meriti un uomo così!- Lei riprende - La mattina dopo abbiamo fatto colazione insieme e mi sembrava di toccare il cielo con un dito. La sera, però, ero tutta indolenzita! - - Ma ne è valsa le pena, dì la verita…- dico – Alla grande!-
Ride come una matta!
Quella simpatica canaglia di G.