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Studio della figura corporea: Annamaria

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Figura corporea · 25 Febbraio 2019




Stasera sono in ritardo. Spero che le mie fan mi perdonino.
Guenda, già seduta, mi guarda truce picchiettando l’indice destro sul quadrante del suo orologio da polso.
Poi scoppia a ridere però.
- Scusate un imprevisto all’ultimo momento…-
- Si, si. – dice Susanna - Si dice sempre così. Comunque noi non abbiamo perso tempo e intanto abbiamo scelto la data e il ristorante per festeggiare un altro anno insieme. E abbiamo anche deciso chi commenterà il lavoro. –
- Perfetto!-
- Tocca a me. - fa Annamaria distribuendo le fotocopie di se stessa. - Le mie doti artistiche scarseggiano, lo so. –
Dopo un breve silenzio Fulvia si butta – Non è un po’ maschile questa figura o sembra a me? -
- Hai ragione… guarda che spallone! – fa Rosita.
- Fino a diciotto anni ho fatto nuoto agonistico. Le spalle sono per quello. Ma poi è venuto fuori che ero brava ma non abbastanza. Una grossa delusione per mio padre. Non mi ha parlato per tre mesi. –
- Però… - dice sottovoce Celeste.
- Ho scelto di farmi così perché non sono né troppo nuda né troppo vestita. Una via di mezzo insomma. Poi nuotare mi piace anche adesso. -
- E la scelta dello zebrato? – domanda Guenda un po’ ridendo – è divertente, sdrammatizza. –
- Da giovane avevo un due pezzi con questa fantasia. Mi piaceva molto.-
- E’ vero è simpatico. E non è banale. Ma, d’altra parte, le osservazioni di Annamaria spesso sono illuminanti. – dice Elisa.
- Dai, non esageriamo… per favore. –
- Anch’io la penso allo stesso modo. Quello che dici mi viene in mente anche a casa mentre faccio altre cose. Forse perché mi ci ritrovo abbastanza. Io non ho la stessa forza che hai tu, quello sicuro. – commenta Alessandra.
Milena interviene - Avrai altri pregi. –
– Boh… forse. –
- Ho notato che non hai nessun gioiello. – fa Susanna.
- Non mi piacciono più di tanto addosso a me. Ogni tanto metto una collana di legno colorato, ma raramente. I gioielli non fanno per me. Neanche il trucco a dir la verità. –
- Staresti bene, invece. –








- A casa mia le donne truccate erano considerate poco di buono. Ma mia madre subiva le decisioni di mio padre in silenzio. Comprai un rossetto tanti anni fa per andare a un matrimonio. Credo di averlo buttato via quasi nuovo. –
Osservo il suo disegno – Avevi molte responsabilità in casa tua? –
- Eh si. – mi guarda seria – Ero quella che risolveva i problemi. –
- Che genere di problemi? – chiede Laura –
- Mio padre aveva un carattere di merda. Litigava sempre con tutti e non riusciva a tenersi un lavoro. E poi gli piaceva giocare e perdere. –
- E tua madre? – domanda Celeste.
- Piangeva. –
- Non può essere che le spallone siano anche per tutte queste rogne?- mi guardo intorno – Le altre cosa ne pensano? –
C’è qualche minuto di silenzio, l’analizzata ad occhi bassi è pensierosa.
Elisa le prende una mano - Tutto a posto?-
- Si dai… -
- Ti sei fatta mani molto piccole… C’è un motivo? – chiede Milena.
- No, non c’è. Mi sono venute così. – Appoggia il disegno su una sedia poi lo riprende – Anche i piedi sono un po’ piccoli ma non so spiegare il perché. –
- Questo disegno ti rispecchia perfettamente? Ti vedi proprio così? –
- Si, Rosita. Perché mi chiedi questa cosa? Dopo averlo finito l’ho guardato bene. Sono io, ho pensato, un po’ più bella di quello che sono in realtà. –
- Ma se non hai per niente evidenziato le tue bellezze… -
- È vero! Guarda i capelli, per esempio. Ti sei fatta quattro spaghetti mentre invece hai dei capelli dritti bellissimi. –
- Ma dai Milena cosa dici? Non mi è mai piaciuta questa gramigna! –
- Finora sei quella che si sta trovando più difetti… Te ne sei accorta? – dice Guenda.
Annamaria sembra sorpresa.
- E’ vero sai… - le dico - anche io ho pensato la stessa cosa. Le altre dopo un primo momento hanno iniziato ad apprezzare alcune parti del loro corpo. Tu invece niente. In poche parole butteresti via tutto del tuo fisico. -
- Beh… in effetti. –
Mi alzo seguita da Fulvia e Celeste.
- Posso dire un’ultima cosa?- dice Alessandra ancora seduta.
La guardiamo tutte stupite dal suo tono di voce vivace.
- Certo… -
- Qualche giorno fa ho mandato a quel paese Manuele. –
Parte spontaneo un applauso. Lei si guarda intorno e si asciuga una lacrima.







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