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Lella e il Gruppo C.S.A.

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Gruppo cas · 10 Febbraio 2016






Ristorante, io e Lella, aspettando i nostri uomini persi al parcheggio.
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Allora come va il tuo gruppo, tesoro bello?- le faccio togliendomi i guanti.  
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Bene, benissimo.- risponde lei osservandoli.  Poi ne prende in mano uno - Carini dove li hai comprati?-
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Mercato di via Verdi.- dico sedendomi. Lei riprende il discorso interrotto - Cominciamo ad analizzare la condotta alimentare delle donne che vengono al gruppo.- Poi si sistema, si toglie il cappotto. E’ tranquilla.
Guarda, sei veramente brava. Con il lavoro che fai, tutto il giorno in mezzo a gente che sta male avere la voglia di occuparti degli altri anche fuori dalle mura dell’ospedale… Non so come fai.-
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Questa del gruppo è una cosa diversa. Mi piace proprio tanto aiutare altre donne ad uscire dalla prigione del cibo e imparare a godersi la vita. E’ una grande soddisfazione!-
Arriva la cameriera e aspettando il resto della banda ordiniamo un piatto di patatine fritte e due bicchieri di prosecco. Inizio a raccontarle un po' dell'ultimo incontro al "mio" gruppo –
Ci credo. Deve essere entusiasmante vedere le persono ragionare e assistere ai loro cambiamenti. Lo vedo su di me. Quante pare che mi facevo per niente. Ero sempre convinta che se qualcosa non andava per il verso giusto era  colpa mia. Quanto mi sbagliavo! Adesso capisco che certi errori del passato che prima consideravo imperdonabili, non erano altro che il logico risultato di una educazione di merda. Sai che però, adesso quando penso a mia madre mi viene anche da perdonarla un po’? Qualche giorno fa l’ho sognata. Nel sogno ero serena e molto affettuosa con lei. Questo strano sentimento mai provato prima, mi da una certa pace. Mi fa star bene.-
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Beata te! Io non so se riuscirò mai a farlo.- commenta un po' triste Lella - Ma ti dirò campo bene lo stesso!-
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Raccontami un po’ delle tue donne…- -Stiamo cominciando ad analizzare i diari alimentari. Fanno gli stessi identici errori che facevo io…Se penso che fino a poco tempo fa ero uguale. Adesso mi sembra impossibile! La ragazza giovane, l’ultimo incontro, dopo un problema di lavoro, era stata ripresa da un superiore che l’ha un po’ presa di mira. A casa poi dopo, ha sgombrato il frigorifero in quattro e quattr’otto. Dopo avercelo raccontato è scoppiata a piangere come una fontana.-








Ascolto bevendo il prosecco a piccoli sorsi – Poveretta… e le altre cosa hanno detto?-
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Sono state splendide!- poi si ferma- che fine hanno fatto i nostri cavalieri? Non saranno andati a comprare le sigarette, come succede ogni tanto e poi si danno alla macchia…-
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Tornano, tornano, vedrai. Continua …- la incito molto interessata al suo racconto.
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Le hanno fatto vedere i loro diari. A tutte più o meno era capitato il momento di crisi seguito da scorpacciata. Certo che Rosita ha un problema più serio delle altre. Chissà che storia ha alle spalle…-
In quel momento vedo entrare i nostri baldi giovani. Ridono, se la passano proprio bene insieme. Sembrano amici di vecchia data invece si conoscono solo da qualche settimana! Si siedono.
Ah vi siete già fatte il prosecchino voi… brave brave.- dice G. ordinandone due anche per loro. Prima di sedersi Pietro mi da un bacio sulla guancia e mi chiede affettuoso – Come va? -
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Ma dai bene.- dico con poco entusiasmo, restituendogli il bacio. Inutile fingere che vada tutto bene, non ingannerei nessuno, neanche me stessa. Si siede di fianco alla sua morosa e frega l’ultima patatina.
G., invece, si rivolge a Lella –
Come va? E’ un pezzo che non ci vediamo. Come sta Mariù?-
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Mariù sta benissimo, ma ormai non sono più la sua prediletta. Sbava più dietro a Pietro che a me! Ingrata, pensare che l'ho tirata sul dall’immondizia!-
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Non toccarmi Mariù per favore. Cerca il meglio… semplicemente.- Dice Pietro ridendo.
Lei lo guarda scandalizzata –
Er meio, sentilo lui. Modesto!-
Io mi alzo, mi avvicino a Lella e dico –Vieni con me, va, andiamo a scegliere qualcosa di buono per dopo. Lasciamoli là, a cuocere nel loro brodo ancora un po’, i nostri pargoli.- Prendo la mia magnifica amica sottobraccio e insieme ci avviamo verso il carrello delle golosità. – Guarda che splendore!- faccio ammirando il dolce panorama.
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Si, proprio!- dice lei- Ma la vera meraviglia è imparare a pensare che un po' di torta non fa spalancare le porte dell’inferno per l’eternità!-








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